La mia escursione coi cani da slitta nella Lapponia finlandese

A team of huskies pulling a sled in a snowy landscape, as seen by the passenger of the sled

Un buio inizio

La sveglia ha suonato alle 7.30. Ho sbirciato sotto la mia mascherina da notte, ma la nostra baita era ancora immersa nell'oscurità. Ho sollevato leggermente le tende della finestra dietro al mio letto per guardare il cielo. Era il sedici di dicembre, cinque soli giorni prima del solstizio d'inverno. Le lunghe notti polari si erano indubbiamente insediate in Lapponia, e alle 7.30 sembrava ancora troppo buio e troppo presto per lasciare il tepore del letto.

Ma io avevo un programma emozionante per quel giorno, e allo scorgere qualche luccichìo contro lo sfondo blu della notte la mia trepidazione si è intensificata: possibile che avessimo davanti una giornata di cielo terso? È bastata quella speranza a farmi uscire dal letto.

Facendo colazione presso le grandi finestre della nostra casetta, ho osservato un bagliore rosa apparire all'orizzonte ed espandersi progressivamente verso l'alto in un gradiente di colori. E quando il mondo aveva preso tutti i toni fra il lilla, il rosa, e il bianco, la neve ghiacciata stava già scricchiolando sotto le ruote della nostra auto. Un tragitto di quaranta minuti ci separava dal nostro appuntamento delle 10.30 a Kota Husky, un operatore specializzato in tour coi cani da slitta. Venti chilometri di escursione con gli husky nel Parco Nazionale Riisitunturi erano il nostro programma.

La strada aveva le sembianze di un nastro argentato srotolato attraverso un'infinita foresta di neve. Di tanto in tanto, passavamo vicino a quello che poteva essere un prato o un lago; non sapevamo distinguere quale dei due perché strati e strati di neve avevano trasformato entrambi in candide distese. L'unica interruzione nella palette rosata erano le baite rosse e gialle che sbucavano all'improvviso in aperture inaspettate del bosco.

Girl looking out of the passenger window of a car towards a snowy landscape
Two reindeers walking by the side of a snowy forest road

Ero già completamente rapita dalla bellezza di questa sorta di reame incantato, ma tutto ha cominciato a sembrarmi davvero surreale quando un gruppo di renne è uscito passeggiando dalla foresta. Queste gentili creature dal soffice naso sono una delle ragioni per cui, a prescindere dallo stato delle strade, la guida cauta è una necessità in Lapponia. Le renne non sembrano particolarmente disturbate dai veicoli a motore, e spesso non hanno alcuna fretta di liberare la strada. È stato così quella mattina. Abbiamo aspettato che tutto il gruppetto completasse l'attraversamento e, ancora euforici per il nostro primo avvistamento faunistico, abbiamo completato il nostro tragitto verso Kota Husky.

Un viaggio inaspettato

Al nostro arrivo ci ha dato il benvenuto Jarrko, nostro mentore e accompagnatore del giorno. Una veloce occhiata al nostro abbigliamento e ci ha suggerito di aggiungere qualche altro strato. Per riferimento, io avevo addosso una base in tessuto termico sotto la felpa di viscosa e i pantaloni da sci, due paia di calzini dentro gli scarponi da neve, uno scalda-collo, una sciarpa grossa, sottoguanti termici, muffole, e un pesante giaccone invernale col cappuccio.

Ma col senno di poi sono estremamente grata per l'occhio esperto di Jarrko. Ho finito con l'indossare un terzo paio di calzettoni, muffole più spesse, scarponi da neve più grossi dei miei, e un'enorme tuta da neve sopra tutto il resto - giaccone compreso. Come ho scoperto di lì a poco, se si è su una slitta in corsa e la temperatura dell'aria circostante è al massimo -10°, si ha davvero bisogno di tutti quegli strati.

La nostra muta di husky era già tutta imbrigliata e, a giudicare dagli ululati insistenti, desiderosa di partire. Ma per noi era invece arrivato il momento di prestare attenzione ad un corso lampo sul come gestire una slitta trainata da cani. Jarrko ci ha dato istruzioni precise sul come comportarci alla guida della slitta, ma essenzialmente abbiamo capito che i punti principali che dovevamo tenere a mente erano due:

1) Usare i freni regolarmente per evitare di dare libertà totale ai cani e probabilmente perdere il controllo della slitta.
2) Lasciare andare il manubrio della slitta se i piedi ne scivolano fuori e perdiamo il contatto con la slitta e il sentiero: i cani non se ne accorgono, continueranno a correre, e noi verremo trascinati in avanti finché non molliamo la presa.

Il primo aspetto è stato dai primi minuti sulla slitta un comportamento spontaneo. Non mi è venuto invece così spontaneo seguire il secondo consiglio quando, più tardi, la slitta ha oscillato ed è stata trainata sopra una collinetta di neve, ne ho perso il controllo, e i miei piedi hanno toccato il sentiero in movimento sotto di noi, scivolando all'indietro. A quel punto i cani hanno continuato allegramente a galoppare mentre io mi aggrappavo al manubrio, e i miei piedi venivano trascinati sulla neve a tutta velocità. Alla fine, ho dovuto lasciare andare la slitta e Jarrko ha fermato i cani senza problemi.

In tre ore di escursione ho imparato che gestire una slitta di husky richiede un po' di lavoro e molta attenzione. I cani seguono generalmente la guida della slitta in fronte e tendono a non uscire dal sentiero battuto, ma la slitta stessa deve essere regolarmente raddrizzata sul terreno irregolare, soprattutto nelle curve. C'è bisogno di usare i freni costantemente, di aggiustare spesso la direzione e, a volte, anche di scendere e spingere. Fare foto e video non è un'opzione mentre si è alla guida.

Di solito ci sono due persone per slitta, una in piedi alla guida e una seduta nella sezione davanti. A metà strada i ruoli vengono invertiti per dare a tutti l'opportunità di guidare.

Non mi vergogno ad ammettere che è stato quando ero seduta davanti, tutta raccolta sotto vari strati di coperte, che mi sono davvero goduta l'esperienza: sedere a contatto col soffice sentiero innevato mentre scorre veloce sotto di noi; vedere il mondo dalla stessa altezza delle sei meravigliose creature che galoppano di fronte e sulla cui forza e volontà ci stiamo completamente affidando; ascoltare il silenzio ovattato del paesaggio incontaminato intorno a noi, gli alberi come giganti inchinati che oscillano al nostro passaggio e il basso sole dell'inverno che fa luccicare la foresta di neve. E quel costante sentimento di gratitudine e rispetto per quei piccoli ma energici animali che rendono la magia possibile.

Il fondamentale dopo

Al termine della nostra escursione di 20 chilometri, abbiamo trascorso un po' di tempo a ringraziare il nostro gruppetto di husky, e siamo stati accompagnati in un giro del canile, che ci è sembrato spazioso e organizzato in modo responsabile. Offriva adeguato riparo e includeva anche uno spazio per il gioco dei giorni non "lavorativi".

Ogni escursione etica con i cani da slitta dovrebbe includere un tour dei canili. Per questo ed altri modi per individuare compagnie responsabili, fate riferimento al mio articolo Guida ad un'escursione etica coi cani da slitta.

Le mie dita dei piedi stavano giusto cominciando a congelare, quando siamo stati invitati a passare un po' di tempo dentro un accogliente lavvu, la tradizionale tenda a cono dei Sami, il popolo nativo della Lapponia. Qui, ci siamo accomodati intorno ad un fuoco ardente e abbiamo gustato un analcolico glögi (il vin brulè finlandese) servito in una tradizionale tazza kuksa, e alcuni deliziosi panini di segale con varie farciture che includevano un'opzione vegetariana.

Abbiamo scambiato impressioni con gli altri partecipanti e ci siamo un po' crogiolati nel ricordo della nostra recente esperienza. Poi abbiamo ascoltato Jarrko parlarci della storia di Kota Husky, della gestione della compagnia, e di come affrontano le sfide della bassa stagione. Abbiamo fatto domande sulla razza dei cani (quasi tutti husky siberiani e qualche alaskan), le loro personalità individuali, e il loro generale benessere. Sentire che fra gli husky c'erano anche il classico “combina-guai” e l'"instancabile lavoratore" ha causato un po' di ilarità generale.

Infine, abbiamo restituito i vari indumenti che avevamo preso in prestito e ci siamo trattenuti con i cani un altro po' prima di avviarci verso il nostro banale mezzo meccanico di trasporto - l'auto.

Snowy Finnish tepee lavvu with fire inside
Closeup of roaring fire inside a tent

Considerazioni finali (la parte meno divertente)

Nei giorni successivi alla nostra avventura, un senso di gratitudine ha continuato a pervaderne il ricordo, soprattutto al rivedere immagini e video.

Anche adesso, a mesi di distanza, sento che la scelta di Kota Husky per fare quest'esperienza è stata appropriata, soprattutto dopo aver visto cani in salute e personale competente e disposto a rispondere anche a domande scomode.

La domanda a questo punto è: rifarò un'escursione coi cani da slitta se mi capiterà l'occasione? In tutta onestà non credo.

Nonostante senta di aver fatto tutto quello che potevo per fare un'esperienza etica, credo comunque che non sarebbe responsabile da parte mia promuovere questo settore incondizionatamente. Il rischio di favorire operatori non etici è alto, specialmente fra coloro che cercano qualche occasione a buon prezzo, o fra chi si affida a tour operator che offrono vacanze preconfezionate.

So che queste affermazioni possono suonare ipocrite da parte di chi, dopotutto, l'esperienza ha scelto di farla. Quindi non cercherò di dissuadervi dal fare lo stesso se sentite che per voi è una componente importante del vostro viaggio in Lapponia.

Ma vi esorto di cuore a fare le vostre ricerche per trovare operatori responsabili. Cominciate con il leggere la mia Guida ad un'escursione etica coi cani da slitta e poi cercate online i siti di compagnie consolidate e rispettabili. Non affidatevi solo alle recensioni di altri visitatori perché non è sempre semplice notare i segni di comportamenti negativi, e non mi stupirei di sentire che molti scelgono di non vederli.

E per coloro fra di voi a cui non interessa perdere tempo a fare queste ricerche, ho un consiglio anche migliore: perché invece non considerate un giro in motoslitta?

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